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Sarà stato febbraio, credo. Febbraio di quest'anno - 2011.
Stavo recandomi al lavoro - come tutti i giorni - con il pullman. E, come tutti i giorni, il sonno mi stava ghermendo.
Un signore (anzianotto, molto anzianotto) se ne stava un paio di posti avanti a me, tranquillo e composto.
Sono stato fortunato nel vedere tutta la scena: un profondo sbadiglio, il pasteggiare unito ad una scrollata di spalle e infine, il lento (ma nemmeno così tanto) scivolare tra le braccia di Morfeo, un accartocciarsi vero e proprio di un corpo umano stagionato.
Come dicevo, sono stato fortunatissimo a godermi la scena in quel lasso di tempo in cui il mio corpo rifiutava di assopirsi.
Due maledizioni, per concludere: una al pullman e al suo continuo tentativo di addormentarmi durante il tragitto. L'altra all'autore di questo blog. Si, dico a te. Che per concludere questo disegno ci hai messo ben quattro mesi. Quattro. Che non ricapiti mai più.